Un Uomo una Storia di guerra
SCRIVE IL FIGLIO SIG. RAFFAELE D'IMPERIO : " come ho scritto nella e.mail e poi accennato a voce nella chiacchierata telefonica , mio padre ha lasciato due raccoglitori di foto e documenti inerenti il suo periodo militare , sia precedente, sia durante la Seconda Guerra mondiale e fino al 1946 quando è rientrato dalla prigionia ed è stato posto in congedo. Agostino D’Imperio, nato a Lucera (in provincia di Foggia) il 07/04/1917 ed in questa città ha risieduto sino alla chiamata alla Leva avvenuta il 25/03/1938 e dove è ritornato dopo il rimpatrio avvenuto il 20/05/1946. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1996, ho ereditato questo materiale, ma solo in quest’ultimo periodo l’ho riscoperto e compreso appieno il suo valore. Dietro molte foto, vi sono degli scritti di pugno riguardanti saluti , informazioni varie circa il luogo ove sosta in quel periodo . Molte riportano anche la data e questo potrà essere d’aiuto per ordinarle cronologicamente e visionarle con la giusta progressione temporale. Tra la documentazione trovasi anche un Calendario di Calcio relativo alla stagione calcistica 1938-1939 che reputo molto interessante quale documento storico. Tra le foto ve ne sono diverse di commilitoni amici ed anche di superiori. Vi sono inoltre diverse lettere o appunti scritti da amici commilitoni, o di loro familiari, soprattutto durante la prigionia. Documenti interessanti riguardano pure la corrispondenza con la famiglia tramite la Croce Rossa. Infine, altrettanto importante, la documentazione del Distretto Militare successiva al suo ritorno oltre a due giornali con articoli riguardanti il rimpatrio di prigionieri dalla Jugoslavia (tra quelli c’era pure lui). Si trovano pure Santini e Preghiere che o si era portato da casa o sono state ricevute durante la guerra; alcune – in francese – sicuramente consegnate tramite la Croce Rossa durante la prigionia.Mio padre era una persona molto restia a parlare del tempo trascorso durante la guerra, se non occasionalmente. Da quel poco che ricordo due erano gli argomenti che ricorrevano e che ci teneva a comunicarci:1) Il fatto che lui fosse stato capace di riprendere, di riportare indietro il corpo del suo Comandante, Maggiore Rutoli, caduto sul campo di battaglia il 13/12/1940. Di questo episodio ha conservato foto del Maggiore ed un articolo scritto su un giornale dell’epoca.E’ probabile che l’azione fu fatta con l’aiuto di qualche commilitone. Non vorrei sbagliare nel ricordare ma lui diceva che durante la battaglia era vicino al suo Maggiore, che per miracolo non era stato colpito e che aveva avuto il coraggio di mettersi sulle spalle il corpo dell’uomo, ormai morto, per riportarlo al proprio campo. Del recupero del corpo aveva ricevuto oltre al plauso dei suoi superiori il “ringraziamento” direttamente dalla moglie del Maggiore. 2) Essendo stato prigioniero prima dei tedeschi e poi degli Jugoslavi diceva che “sì, i tedeschi erano tedeschi”, ma che "gli jugoslavi erano peggiori " , più cattivi e che era stato per ben due volte sul punto di essere fucilato. Non parliamo poi della fame patita e di che cosa avesse mangiato per non soccombere. Verso la fine della prigionia, avvenuta nel maggio del 1946, s’era seriamente ammalato ed era stato rimpatriato in queste condizioni. Altro non ricordo, penso che ciò sia sufficiente. "